"Sesso in casa", la procura e la mobile sequestrano 29 appartamenti

TERAMO – Ventinove appartamenti sequestrati in tre centri della costa teramana che rischiano di passare in mano alle organizzazioni della prostituzione sono non soltanto una risposta giudiziaria all’espansione del fenomeno ma soprattutto una risposta all’allarme diffuso tra la popolazione locale, preoccupata per i rischi alla sicurezza. L’operazione Sex in house della procura e della squadra mobile di Teramo conta adesso 23 indagati, la maggior parte dei quali sono i titolari delle case di Villa Rosa, Martinsicuro e Alba Adriatica dove domenicane, ucraine, cinesi, brasiliane e spagnole ma anche molte italiane, ricevevano clienti procacciati da intermediari sulle cui posizioni si sta indagando. Alla fine si contano 131 prostitute identificate, per 10 delle quali è stato emesso un provvedimento di espulsione dall’Italia. Come ha sottolineato il procuratore capo Antonio Guerriero, l’inchiesta ha permesso di bloccare un traffico del sesso che stava diventando un rischio sociale fuori controllo. Il capo della squadra mobile, Gennaro Capasso e il questore di Teramo, Giovanni Febo è stato possibile individuare un sistema di intermediazione che procurava clienti alle prostitute ma anche gli immobili in organizzare gli incontri sessuali. Grande responsabilità viene addebitata ai proprietari degli immobili, che non potevano non conoscere l’utilizzo delle loro case hanno detto gli investigatori, sui quali adesso pesa un’accusa prostituzione e locazione di appartamenti al fine di esercizio di una casa di prostituzione e di favoreggiamento di essa. Dietro questo sistema viveva il solito giro di annunci, contatti telefonici, scambio di informazioni e una rete sotterranea di fiancheggiatori che hanno alimentato questo vero e proprio mercato del sesso in case chiuse.